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martedì 10 dicembre 2013

DANNATAMENTE

Dannatamente solo
attento al sospiro del vento
ora litania e minaccia
pronta a raccogliere polvere
e sputarla dentro i suoi occhi
che come gabbiani feriti
erano prossimi a precipitare
nell’oceano della disperazione.

Seduto per non cadere
le gambe erano fragili giunchi
o forse non fu che il dolore
non faceva più differenza
dannatamente disilluso
raccontava sogni e speranze
a farfalle prese a truccarsi
e che dunque lo ignoravano.

Tracciò un solco profondo
il fossato che cinge il castello
ed il mondo che percorreva
divenne un’isola irraggiungibile
poiché parlando ai suoi pensieri
ricordò di essere stato sciocco
dannatamente folle
da credere esistesse l’amore.

  N° 2318 - 19 novembre 2012

                                                         Il Custode

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