Hai intrapreso il tuo volo
verso un cielo troppo cinico
che non era grande
abbastanza
per contenere tutto il tuo
dolore
e le tue ali immaginarie
non hanno potuto fare nulla
per evitare la tua caduta
sopra quel prato di cemento.
Ma eri un angelo talmente fragile
che ti sei arresa banalmente
perché nessuno ti ha mai
insegnato
che l’amore offre mille
occasioni
ed il tuo sangue mescolato
sull’asfalto
ha lasciato un alone
indelebile
in chi ti piange
disperatamente
e da oggi è vittima del
rimorso.
Hai scelto il momento meno opportuno
per spezzare la tua giovane
vita
ma chissà quale mai potrà
essere
il momento più giusto e
propizio
per andarsene via così
presto?
Prova a svelarlo ai tuoi
cari
se troverai le parole più
sagge
e mostrati almeno pentita.
Ma quando io ho steso il lenzuolo
sul tuo corpo dai fili
tagliati
volevo difenderti dalla
pioggia
che bagnava il tuo viso
tumefatto
ed ho letto nei tuoi occhi
spenti
che la mia era una stupida
illusione
perché tu avevi ripreso a
volare
e stavolta nulla ti poteva
fermare.
N° 1038 - 8 aprile 2008
Il Custode
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