In questo
odore di stantio
la fragranza del tuo collo
è qualcosa di anormale
mentre invade i marciapiedi
il tuo sangue che zampilla
per le fogne di Golconda
e genera una stirpe nuova
di dannati e maledetti.
Questa luna
così bianca
come cagna dissanguata
mi ricorda la tua pelle
che ho sputato tra le aiuole
ed intanto alzo lo sguardo
c’è il disegno del tuo cuore
sopra i muri di Golconda
e batte fino a frantumarli.
Le frattaglie
dei colombi
si fanno frutta tra le piante
i falchi adesso sono sazi
sopra il cielo di Golconda
i manifesti del tuo viso
sulle pareti delle chiese
sono fiamme alla mia vista
uno stimolo al mio vomito.
Scaglio dardi
saettanti
dalla mia balestra antica
a trafiggere i tuoi occhi
come stelle adesso implodono
ed il tuo lamento estremo
è una dolce ninna nanna
che addormenta i miei pensieri
nella notte di Golconda.
Tu però sei
troppo bella
sotto la lapide, a Golconda
ed io scavo, riposo e scavo
e preparo il tuo giaciglio
ma, accidenti quanto amore
sopra i ceri ed i crisantemi!
Ecco perché io canto e impreco
intanto che ti attendo ancora.
N° 2528 - 1 giugno 2013
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento