Tacito il mio
cuore
dinnanzi al tuo viso
e mi giunge il sospiro
agli argini delle tue labbra
dopo m’avvolge il profumo
di ogni tuo bacio
delle parole che dici
al mio sguardo estasiato.
Ed immaginarti
tanto bella
è una saggezza inconfutabile
che mi imponi l’amore
quale agognato sacrificio
io ti sento oltre il vetro
dove giocano le tenebre
cosicché chiudo gli occhi
ed alfine ti posso sfiorare.
Fremono le mie
dita
sul sentiero della tua pelle
come il viaggio del folle
che cammina la brace ardente
io la percorro senza un sol gemito
poi ritorno sui miei passi
affinché non abbia fine
il tuo supplizio inebriante.
E ti accolgo
nei miei sogni
dentro il nucleo della notte
ed allora supplico e impreco
che la notte sia eterna
ed il cuore possa narrarti
quanto tu mi sei nell’anima
con l’illusione d’averti per sempre
e la certezza d’amarti ogni istante.
N° 1782 - 4 marzo 2011
Il Custode
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