Al di là delle barricate
in mezzo alle crepe dell'asfalto
un piccolo fiore
si dondola cullato dal vento.
Ha perduto alcuni petali
tanti quanti
le lacrime di una madre
che piange sul corpo del figlio
riverso su di un fucile
e sull'idiozia dell'uomo.
E questa tragica visione
si alterna in me
ogni volta più costante
ogni volta più razionale e crudele
e penso che potrei essere io
quel figlio
riverso su di un fucile…
- OH NO! -
Vi prego
aiutatemi a non pensare
perché io ne ho abbastanza
di questi miei pensieri
sempre più violenti.
No!
Non è paura di morire
tutti dobbiamo morire
è solo una rabbia sana
che mi fa domandare perché
perché morire così?
Allora scavalco le barricate
con il coraggio e l'incoscienza
di chi spera
di poter alimentare la speranza.
E dunque mi avvicino
ad innaffiare quel piccolo fiore
a curare i suoi petali malati
come ad asciugare
le lacrime buone
di una madre disperata.
Ed ecco, all'improvviso, un lampo
parte da un'invisibile trincea
rimango sorpreso un istante
fino a sentire il dolore caldo
che sale dal mio petto
veloce verso la mente
poi cado, incrociando gli occhi al cielo...
- OH NO! -
Vi prego
aiutatemi a non sognare
perché io ne ho abbastanza
di questi miei incubi
sempre più reali.
No!
Non è paura di morire
tutti dobbiamo morire
è solo una rabbia angosciosa
che mi fa domandare perché
perché morire così?
N° 154 - 26 marzo 1980
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento