Io ti odio,
Jezabel
divoratrice della mia anima
adesso smarrita negli inferi
dove finanche il demonio
pare volerla ignorare.
Infame e
malvagia creatura
dal viso bellissimo ed altero
ma dalle maniere di serpe
tu, o donnaccia di strada
sei stata il mio delirio
il sentiero alla perdizione.
Hai vissuto
lutti tremendi
disastri nella tua mente
ed il cuore alienato
è poltiglia maleodorante
sicché mi hai condotto con te
nel baratro della follia
seppure ti tramutai in amore
sebbene ti offrii il mio destino
oramai cenere e putrefazione.
Finalmente tu
soffri
e trovi la tua dannazione
il tempo che scorre impietoso
ed imprime rughe profonde
alla tua pelle in disuso
a quel tuo volto infingardo
che fu per me la rovina.
Lo specchio
adesso riflette
la tua vecchiaia che avanza
è questa la sola battaglia
che non vorresti affrontare.
Io ho imparato
a scordarti
certo non ti ho perdonata
aristocratica per discendenza
la tua essenza è da postribolo
allora io ti maledico
e maledico me stesso
per averti sacrificato i miei giorni
e le lacrime che mi appartenevano.
N° 2636 - 10 settembre 2013
Il Custode
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