Lei li colmò
di cenere
e di sogni in disuso
dentro la sua stanza
c’era l’intero mondo
le cicatrici svanivano
testarda, le ricomponeva
mentre le labbra dicevano
il suo bisogno d’amore.
Aveva occhi
dolcissimi
fatti di garza sterile
lei percorreva la notte
a cercare nuovi racconti
poiché negli antichi secoli
si ritrovò sempre sola
aveva occhi tristissimi
come un dirupo scosceso.
Ma creata dal
rogo di strega
la sua ira si fece fiamma
figlia di un viaggio perduto
ad implorare la luna
sicché lei amò il temporale
i gatti…ed i cimiteri
e guanti neri fino alle spalle
per non mostrare i suoi tagli.
Aveva un cuore
birbante
a volte talmente distratto
da dimenticare i suoi battiti
sopra le sponde del lago
un’ombra che si addormentò
sul filo di quelle acque
ed aveva un cuore bellissimo
che un giorno divenne muto.
N° 2362 - 31 dicembre 2012
Il Custode
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