Cala decisa la falce
a mietere anime e cuori
tra gli spruzzi del sangue
che dipingono i fiori
ed innaffiano l’erba
per coltivare un dolore
che germoglierà lacrime
inutili quanto l’amore.
Seppure tu mi implori
io non mi posso fermare
bestemmia pure o impreca
ma lasciami lavorare
perché uccido per mestiere
e lo faccio con passione
ci sarà chi giudicherà
se meriterai la redenzione.
Il tuo sguardo è stupendo
la tua bellezza è pura
ma il momento è arrivato
affrontalo senza paura
cercherò di essere dolce
per non farti soffrire
non sta a me stabilire
perché tu debba morire.
Cala decisa la falce
sulla tua vita che sfugge
per l’angoscia di chi resta
e nel tuo ricordo si strugge
ma io non conosco la pietà
e ti consiglio d’essere
forte
e giungo col mantello nero
perché io sono la morte.
N° 1348 - 18 novembre 2008
Il Custode
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