Sicché d’amore
ho provato a parlare
ma la voce era flebile
muta al cospetto del tuono
ed ogni parola pensata
si è impigliata nel vento.
Ne ho creato
un messaggio
rubato però da un gabbiano
che lo ha stretto nel becco
per condurlo ad una sirena
e lei, accecata dal sole
lo ha lasciato cadere.
Sopra le onde
chiuso dentro una bottiglia
tra le pinne di un delfino
divorato da uno squalo
si è arenato sulla battigia
proprio sotto una conchiglia.
Fra le mani di
un bambino
che l’ha raccolto dall’arenile
e però non ha compreso
che cosa mai significasse
e lo ha nascosto come un segreto
dentro il suo castello di sabbia.
Infine è
giunta la marea
a distruggere merli e mastio
ad annegare la principessa
per la quale io l’ho scritto
sicché d’amore
ho imparato a tacere.
N° 2464 - 1 aprile 2013
Il Custode
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