Maestoso io mi
innalzo
e sollevo le acque
la mia ira è tempesta
che schiaffeggia gli scogli
dopo flagella le coste
tra scintille di spuma
che sfiorano il cielo
poi tornano a riposare.
Sovrano dei
sette mari
dei bastioni di Atlantide
artefice della bellezza
che profonde l’oceano
dal canto delle balene
alla danza d’ogni delfino
dei coralli nella barriera
il passaggio delle stelle marine.
Tu, pescatore,
rammenta
quando violi il mio regno
che al di qua della battigia
sei un ospite indesiderato
poiché uccidi le mie creature
inquini i miei fondali
ma la mia ira è tentacolo
che ti stringe alla morte.
Con la mia
corte di granchi
e cavallucci marini
sovrano dei sette mari
ma con immenso rispetto
sono frutto delle mie lacrime
le onde contro le nuvole
l’odore della salsedine
ad annunciare Poseidone.
N° 1855 - 9 agosto 2011
Il Custode
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