Affrontano
detriti e macerie
i miei pensieri taciturni
dentro queste strade vuote
popolate da ombre smorzate
e da qualche parte, la scalinata
pareva condurre alle nuvole.
Si posano
sopra l’asfalto
come fossero fiocchi di neve
frammenti di candido vetro
lacrime perse dai lampioni
sicché il buio si fa intenso
un abbraccio che stringe forte.
Un lieve
sospiro di vento
alza la polvere che esausta
aveva cercato gli anfratti
per potere riposare un istante
adesso riprende il suo volo
per fermarsi tra i miei capelli.
Le voci di un
remoto passato
oltre le cieche finestre
rimbalzano dai davanzali
sopra i marciapiedi di pece
un tempo io qui ci vivevo
quel tempo era appagante.
Un gatto mi
sfiora la gamba
so quanto anch’egli sia solo
io provo a mormorare qualcosa
ma le parole sono fatte di cenere
allora siedo e mi rassegno
sereno d’essere tornato a casa…
N° 2354 - 23 dicembre 2012
Il Custode
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