Oltre il
sentiero d’anime perdute
adagiato sulla collina morente
il convento pare resti in attesa
ghigno sinistro la luce dei lampi
grida di spettri dalle segrete
le streghe che furono arse sul rogo
in questa notte di tempesta
lacrime di pioggia simili a sangue
dal cielo plumbeo percosso dai tuoni
s’infrangono sopra i tetti d’ardesia.
Risuona la eco
nella tua stanza
del portone che vibra ai miei colpi
col candelabro tu illumini i passi
la fiamma sembra carezzare il tuo viso
lasciami entrare, figlia del Signore
dona conforto a questo viandante
e la mia voce simile ad un graffio
occlude ai tuoi occhi il mio vero aspetto
la tua vestaglia non è sufficiente
a celare il tuo corpo stupendo.
Ho sete del
latte dentro i tuoi seni
voglio smarrirmi tra i tuoi capelli
ed una corte di folletti eccitati
lascia una scia di acido e bava
io ti ho irretita, figlia del Signore
adesso sei preda d’ogni mio bacio
mentre esplode l’ira del tuo dio
ora che ho violato il suo tempio
tu mi appartieni e giaci languida
i tuoi sensi fremono per la lussuria.
Il mio respiro
è brezza d’inferno
che incenerisce le tue parole
la tua espressione di estremo piacere
si tramuta in dolore e stupore
adesso che io affondo gli artigli
e con violenza estirpo il tuo cuore
figlio di eretico, fratello di demone
giunto soltanto per una vendetta
per ogni strega che fu arsa sul rogo
e finalmente adesso brucia, il convento.
N° 1879 - 12 novembre 2011
Il Custode