Il sole e di
colpo le tenebre
e siccome io nacqui di notte
la notte ebbe cura di me
e l’anima pianse in silenzio
per non destare il mio cuore
che sognava sogni e rimpianti.
Randagio come
chi è libero
annusai poche gocce di vento
la vita mi strizzava l’occhio
come fosse una poco di buono
ma io ero intento a pensare
pensieri che non ricordavo
che avevo visto scivolare veloci
in un’onda diretta all’oceano.
E cercavo
dentro i cassonetti
i frammenti dei ricordi perduti
ed i gatti, in piedi sul muro
mi osservavano con circospezione
uno di essi mi prese per matto
mi derideva da sotto le vibrisse.
Avevo ancora
dentro la tasca
un amore ripiegato con cura
ma per quanto io mi sforzassi
non riuscivo a leggerne il nome
lo affidai alla vista di un gufo
seduto sopra un vaso di ortensie
e quello che mi disse all’orecchio
mi destò dai miei intensi incubi.
Infine, al
centro della penisola
io guardai tutte quante le terre
lanciai in aria la mia monetina
per decidere la direzione da prendere
e resto qui oramai da molti secoli
la monetina non è più ricaduta.
N° 2459 - 29 marzo 2013
Il Custode
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