C’era una
dolce contea
e si stagliava un castello
dall’alto della scogliera
guardava il mare intero.
Si destò la
principessa
al primo bacio del principe
tra le farfalle e i fringuelli
ma che quadretto idilliaco!
Sopra un
giaciglio di marmo
letto di rose e ghirlande
la promessa d’amore eterno
la si leggeva negli occhi.
Fu un
matrimonio sfarzoso
sopra la sabbia bollente
e tra le onde e l’oceano
sospiravano delfini e sirene.
Bianche
colombe in volo
le lacrime della regina
al primo bacio del principe
sopra le labbra di porpora.
Dopo scese il
sipario
e nacque passione notturna
così loro vissero insieme
sempre felici e contenti.
Ma trascorsero
i lustri
sulla contea sonnacchiosa
la vita divenne un capriccio
uno specchio che si incrinava.
Appassirono
rose e ghirlande
tacquero sirene e fringuelli
ed il cielo divenne plumbeo
in balìa d’un cattivo presagio.
I dotti che
vivevano a corte
ponderarono ogni ragione
per spiegare al re affranto
il tramonto di quella passione.
E la colpa ben
presto ricadde
sulla strega della pianura
quasi che, per invidia o gelosia
avesse scagliato un sortilegio.
Allora
marciarono le armate
e tutto per una sola donna
che innocente ebbe a morire
arsa sopra un rogo da farsa.
Ma non
germogliarono sorrisi
i cuori non tornarono a battere
e lo specchio che si incrinava
di colpo implose e si infranse.
Sferzato il
mare dalla pioggia
morenti al suolo le farfalle
il paesaggio un tempo poetico
divenne antro di inferno.
Si
distanziarono le labbra
dimenticando baci e sospiri
le palpebre simili al sipario
calarono a coprire gli occhi.
Non ci fu
nessuno da incolpare
né incantesimi da spezzare
forse, molto più semplicemente
era soltanto finito l’amore.
N° 2077 - 6 maggio 2012
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento