Scrivimi ancora, Calliope
e disegnami
la dolcezza delle tue parole
lasciami smarrire
tra le onde dei tuoi capelli
e permettimi di seguire
il profilo delle tue labbra.
Amami sempre, Calliope
e raccontami
la perfezione del tuo corpo
lasciami dissetare
del nettare dei tuoi seni
e permettimi di contemplare
la purezza del tuo fiore.
Sorridimi a lungo, Calliope
ed insegnami
la saggezza del tuo sguardo
lasciami morire
nel calore del tuo abbraccio
e permettimi di adorare
la magnificenza del tuo ego.
Sgridami se occorre, Calliope
e puniscimi
con le lacrime della
delusione
lasciami conquistare
l’imponderabile della tua
verità
e permettimi di immaginare
la vastità del tuo perdono.
Parlami all’infinito, Calliope
e dipingimi
con la fragilità della
giovinezza
lasciami vivere
la vita che mi hai garantito
e permettimi di credere
che tu scriva soltanto per
me.
N° 978 - 13 dicembre 2007
Il Custode
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