Dentro un
guscio di noce
che dondola in cima al mare
io mangio semi di canapa
rubate ad un becco di scricciolo.
Osservo e
conto ogni luna
il sole potrebbe accecarmi
lo sguardo striscia le onde
dove aspetto di vederti passare.
Ma sale,
ahimè, la marea
dentro il guscio di noce
sarà per i buchi che ho fatto
per contare i mesi trascorsi.
Le vite,
quelle spese a cercarti
fino a vederti svanire
adesso in fondo al barattolo
si agitano e vorrebbero uscire.
Affondo la
mano nell’acqua
la porto sulle mie labbra
tu dicevi d’amare il profumo
della salsedine dentro i miei baci.
Di colpo mi si
tronca il respiro
frattanto che vado più a fondo
e provo a tappare ogni falla
con delle molliche di pane.
I saraghi mi
sono grati
pensano io li stia nutrendo
in realtà sto solamente tentando
di sopravvivere alla tua mancanza.
Adesso tutto
diventa tenebra
dentro il guscio di noce
la vita mi volge le spalle
non pensavo avesse tale premura.
Sicché io
avevo mentito
mentre smarrendo il tuo viso
dicevo tra il serio e il faceto
che non sarei morto per te.
N° 2574 - 15 luglio 2013
Il Custode
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