Pianterò un
solo seme
nel mio arido cuore
quello di una rosa nera
alla quale dare il tuo nome.
In questo
giorno di maggio
che ti diede la vita
io ti cerco e ne muoio
perché so d’averti perduta.
Là, dove la
terra trema
quanto queste mie mani
io rammento momenti
che avrei voluto fermare.
Adesso sono
solo parole
che inseguono il vento
mentre tu ricordi soltanto
quelle costruite di fiamma.
Intanto cala
il sipario
si chiude qui la commedia
e vanno via a capo chino
i ragni ed ogni falena.
Frattanto
scende il silenzio
pesante quanto l’inverno
gelo che brucia l’anima
sotto questo fottuto sole.
Io so che è la
tua nascita
ed è l’unica cosa buona
in questo giorno di maggio
fatto di sangue e di lacrime.
Ma supplico che
queste tenebre
si prendano cura di te
lontana, oltre lo schermo
sfuggita via alle mie labbra.
N° 2099 - 26 maggio 2012
Il Custode
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