Sole che si
specchia
sopra il mare unto
dell’angiporto
poi carezza meretrici
che a persone sole
danno conforto.
Il muso dei caruggi
sempre sospettoso
non lo fa entrare
tra budelli stretti
mescola di odori
e sogni a sfumare.
La città si
desta
e si trucca gli occhi
nel cielo terso
tra facciate antiche
di palazzi austeri
in cui Dio s’è perso.
Profumano di storia
e suono di campane
chiese e crinali
le crose verso i monti
di edera e salsedine
magie medioevali.
Tra i banchi
del mercato
crepitano le voci
quasi un lamento
venditrici attrici
di pesci e di fritture
che si perdono nel vento.
La città ripara
sotto i porticati
dalla maccaia
al sospiro dell’estate
giunta per i saluti
che svanisce nell’aria.
Oltre il
promontorio
il sole ora si quieta
e attende il tramonto
la sera si presenta
con il suo abito migliore
ch’è già bello e pronto.
La Lanterna scruta il mare
con gli occhi insolenti
come un bambino
accoglie poi la notte
che giunge alla città
con un inchino.
N° 1648 - 19 ottobre 2009
Il Custode
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