Translate

venerdì 28 febbraio 2014

LA MIA MUSA

Ho intrecciato un anello
fatto di fili di erba
infuso di rosa selvatica
soltanto per la mia musa.

Adesso attendo il momento
di recarlo al suo dito
ma non è che il pretesto
per sfiorare la sua mano.

Ho costruito parole
rubate a voci dolcissime
perché pretendo il meglio
e tutto per la mia musa.

Schegge di buio intenso
il resto non conta davvero
come luce ho i suoi occhi
il profumo della sua pelle.

Ho annusato le acque
nel lago alle fornaci
affinché fosse mio
il dolore della mia musa.

E lucci sopra le ninfee
come voraci piranha
a divorare ogni lacrima
ogni suo pensiero cattivo.

Ho affilato un ago
per tatuare sulla mia spalla
quel suo viso bellissimo
l’amore per la mia musa.

Adesso sguaino la spada
uccido drago e grifone
per averla fra le mie braccia
e non soltanto nel cuore.

  N° 2038 - 2 aprile 2012

                                                Il Custode

IL LEONE ED IL DOMATORE

Io non ne posso più
di essere prigioniero
in questa gabbia enorme
ad osservare quelle stupide creature
che ridono di me
ed applaudono divertite
nel vedermi trasformato
da fiero Re della savana
ad una impotente marionetta
oramai gonfia di tranquillanti
e senza più alcuna dignità.

Ma prima o dopo mi ribellerò
e la mia vendetta sarà atroce
sfogherò il mio istinto selvaggio
contro quell’ignobile uomo in livrea
che si ritiene onnipotente
agitando un inutile frustino
con il quale crede di avermi in pugno
e mi deride compiaciuto
obbligandomi a stare seduto
sopra uno sterile sgabello
o saltare dentro un cerchio infuocato.

Allora il suo ghigno svanirà
quando i suoi occhi terrorizzati
si specchieranno nel mio sguardo feroce
leggendovi l’avvicinarsi della sua morte
e gli consentirò l’ultimo applauso
dopodiché affonderò le mie unghie affilate
all’interno del suo fragile sterno
per strappargli il suo cuore insensibile
e banchetterò con le sue carni
godendo della sua espressione stupita
mentre sta abbandonando la vita.

E chiunque oltre la mia gabbia
griderà tutto il proprio orrore
ma le loro urla saranno melodia
e mi faranno sentire ancora fiero
e poi, seduto a bere il sangue
di colui che si sentiva il mio padrone
lascerò che si compia il mio destino
forse sarà un colpo alla testa
a porre fine alla mia esistenza
ma me ne andrò con un sorriso
poiché sarebbe finalmente la libertà.

  N° 997 - 6 marzo 2008

                                              Il Custode

ETEREO

Notte di gelo pungente
alla fine di novembre
mentre io volo nel cielo
nella ricerca
di ciò che rammento
del tuo profumo.

E la mia ombra, adesso
va ad infrangersi
contro il vetro oscurato
della tua finestra
e si ferma ad osservare
il tuo sonno agitato
il tuo dolore possente.

Io riesco a scorrere
attraverso i tuoi incubi
tutte le immagini
che tu disegni nella mente
così io lo so
quanto ti manco
ed il mio sorriso si spegne
e svanisce nel vento
talmente violento
che io sono costretto
ad aggrapparmi agli alberi
per non essere trascinato
lontano da te
ancora una volta.

Io sono qui, amore
ma tu non puoi vedermi
e sono consapevole
che seppure io tentassi
di carezzare la tua pelle
di calda e candida seta
le mie mani
passerebbero oltre
il tuo corpo stupendo
lasciandomi soltanto
il brivido persistente
del ricordo e del rimpianto.

Allora io mi rassegno
e non posso fare altro
che sedermi sul tuo letto
e trattenere con fatica
le mie lacrime luminescenti
che crollano al suolo
per formare pozzanghere
di luce e desolazione
sopra il tuo pavimento.

Io ti posso solo offrire
la mia anima spettrale
oramai migrata
ed il soffio disperato
della mia presenza
perché tu riesca a sentire
che io non ho inteso
di abbandonarti
né smetterò mai
di amarti profondamente.

  N° 1360 - 25 novembre 2008

                                                          Il Custode

DENTRO LA SFERA

Dalla mia sfera
di cristallo ed acciaio
io ti osservo ed imploro
dopo batto i miei pugni
sopra ogni parete
ma tu non vuoi ascoltare.

Cosa mai è diventato
il tuo amore imponente?
Supino sopra i cuscini
fatti di raso e di spine
io cerco di decifrarlo
nei segni dei miei tarocchi.

Ho cicatrici e tatuaggi
solchi di profondi ricordi
la tua stanza è immensa
vista da dentro la sfera
e tu mi appari un’ombra
veloce quanto una mosca.

Seppure mi manchi l’aria
non si cheta il respiro
forse non è che incoscienza
mentre cammino in bilico
sopra quel filo sottile
di cotone e speranza sopita.

E d’improvviso mi adiro
come se le schegge di ira
potessero venare il cristallo
di questa mia sfera prigione
dentro la quale mi annoio
da quando non fumo più.

Ho uno spicchio di terra
in cui coltivare il rimpianto
in cui crescere la marijuana
per stordirmi e sognare
perché…quando si dorme
ci si dimentica di essere soli…

Però, dentro la sfera
non è estate né inverno
io posso gridare o piangere
che non importa a nessuno
tranne al mio riflesso
riflesso nelle mie lacrime.

  N° 2229 - 10 settembre 2012

                                                           Il Custode

CIRCE

Adesso sei qui
ed i tuoi occhi di abisso
mi appaiono distanti
ma vi crollo all’interno
e dalla tua voragine
non filtra alcuna luce.

La tua saliva putrida
trova il suo percorso
scende e si fa strada
scavando nel mio petto
tu, maga e demonio
adesso hai il mio cuore
o quello che rimane
dei suoi ultimi battiti.

Striscio nel tuo antro
come io fossi serpe
perché se fossi serpe
ti sputerei il veleno
ora che il mio odio
si infrange sul tuo viso.

L’Averno si compiace
di ogni tua menzogna
tu, meretrice immonda
hai teso il tuo tranello
è artificio la dolcezza
che sfoggi e di cui parli
ma non ha più importanza
l’anima mia ti abiura.

E sento la tua lingua
come un tizzone ardente
percorre le mie guance
oramai rughe e cicatrici
io sono pronto a morire
pur di scordarmi di te.

  N° 2412 - 21 febbraio 2013

                                                      Il Custode

giovedì 27 febbraio 2014

AMORE NELLA NOTTE

Alla ricerca del tuo viso
amore mio nato di notte
fiamma di un sorriso scritto
sopra una stella cadente
a cui tendevo la mia mano
per non smarrirne la scia
ma poi arrivava la tua voce
ad indicarmi la via.

Solo tra la collina e il cielo
proprio al centro del mondo
soffiava un vento dispettoso
a disturbare i miei sogni
ed il mio sguardo navigava
oltre Orione ed il Sole
per ritrovare quella rosa
che tu serbavi per me.

Tra l’erba, sotto ogni mio passo
schegge e frammenti di vetro
della clessidra di quel tempo
che io avevo distrutto
affinché il tempo si fermasse
mentre tu mi baciavi
soltanto per prendermi gioco
di chi ti teneva distante.

Allora io chiusi le persiane
mentre l’aurora bussava
il mio odio era violento
da farmi imprecare parole
tu eri giunta con il buio
ed il buio divenne il mio regno
il posto mio per ascoltarti
e intanto stringerti al cuore.

Nata da un nido di falco
tu sei la più bella mai vista
che non credevo ai miei occhi
è allora che li ho estirpati
ma come tu fossi una madre
cucisti ciglia e pupille
solo affinché io vedessi
che ti avevo vista davvero.

Nato da una tela di ragno
tessevo giorni e rimpianti
le mosche di cui mi nutrivo
volevano vivere ancora
ma mi servivano le ali
per crearne due maestose
e vedere se tu mi aspettavi
nascosta dietro la luna.

Ed ora che io sono folle
posseggo mille ragioni
per aggrapparmi con forza
ai bordi delle tue labbra
mentre tu soffi un dolce canto
solo per farmi cadere
dove mi accoglie il tuo sorriso
dove sento batterti il cuore.

Ed ora che sono innamorato
resto perplesso e dubbioso
che se sprecassi un solo istante
dovrei tornare a cercarlo
per poi raccoglierlo dal suolo
e chiuderlo nella mia tasca
e vivere di te ogni momento
di una notte che non ha fine.

  N° 1930 - 20 gennaio 2012

                                                       Il Custode

VORREI NON ESSERE

Vorrei non essere cieco
per poterti guardare dormire
e non limitarmi a sognare
il tuo viso talmente bello
i tuoi occhi docili e limpidi
sperduti nel nulla del sonno.

Vorrei non essere muto
per trovare parole e sospiri
da spendere sulle tue labbra
fino a che giunga il tuo bacio
ad obbligarmi a tacere
ad insegnarmi l’amore.

Vorrei non essere folle
per prenderti infine per mano
ed oltre crepuscolo e stelle
danzare e quietarmi al tuo fianco
felice come chi scopre la vita
sereno come chi trova il destino.

  N° 2627 - 31 agosto 2013

                                                  Il Custode

UNA CONCUBINA

Io saprò come deliziarti
col mio sorriso migliore
ed il mio bellissimo corpo
e siccome sono una donna
mentire mi sarà facile
sicché mi fingerò concubina.

Signore di terre e di laghi
adularti sarà impresa facile
poiché la mia piaggeria
è arte imparata nei secoli
come arrivare a distruggere
i cuori, persino le anime.

Eppure tu non ti avvedi
delle menzogne che invento
servirti è lo scotto dovuto
per ottenere il mio scopo
depredare le tue ricchezze
dopodiché ridurti in miseria.

Siccome sono una donna
circuirti sarà un sottile piacere
io mi diletto nel giuoco
di renderti folle d’amore
ed abbandonarti in un canto
a morire per le tue ferite.

Sicché mi fingerò concubina
signore di valli e foreste
attrice assai scaltra e sapiente
distesa a scaldare il tuo talamo
tu ti illuderai di possedermi
ma sarò io a possedere te.

  N° 2486 - 19 aprile 2013

                                                 Il Custode

TORMENTO DI EVA

Ho rinnegato un Dio
che mi volle tentare
con la mela e il serpente
per indurmi a peccare
e vantarsi con gli angeli
d’essere un buon genitore
per poi punire in eterno
un mio stupido errore.

Condannata alla gogna
progenitrice del male
la cacciata dall’eden
non mi si vuol perdonare
e sono destinata a vagare
per questa terra a me ostile
per via di quel Padre fasullo
quel Dio arrogante e vile.

Come fu per Lucifero
di cui condivido il fato
chi si oppone al Sovrano
da Egli viene abiurato
viene condotto all’oblio
al limbo di paura e dolore
nessun perdono è concesso
da quel Dio senza cuore.

Per le lusinghe d’un rettile
a causa di un solo frutto
che mi era stato proibito
io ho sacrificato tutto
adesso mi appello all’amore
per generare l’umanità
sarò destinata a morire
ma ora ho la mia libertà.

  N° 1947 - 30 gennaio 2012

                                                      Il Custode

SIBILLA ED ENEA

Oltre il lago d’Averno
sino all’antro tuo oscuro
ove tu respiri i vapori
e riveli arcani e misteri
siccome tu mi ordinasti
ho con me il ramo d’oro
or conducimi all’Ade
ch’io bramo la tua profezia.

Tremano i valorosi guerrieri
al tuo raggelante sacrario
tu, dalle orrende sembianze
avviluppata alle tenebre
benché abbiano visto la morte
or mostrano pavidi sguardi
al graffio della tua voce
di sibilante crisalide.

Eppure io debbo sapere
quale sarà il fato mio
ed affronto la tua furia
luci ed ombre della tua grotta
parlami ordunque, indovina
dalla virtù illibata
tu hai l’infinito a te innanzi
io sono un comune mortale.

Mostrami la fine del viaggio
verso le italiche coste
or che io sono in fuga
dalle fiamme che avvolgono Troia
o tu, Sibilla Cumana
d’Apollo l’amore prediletto
mastica le tue foglie di lauro
e rivelami il tuo responso.

Adesso tu plachi il furore
sicché io ti posso parlare
e mi guidi nell’oltretomba
fra le voci e le carezze del vento
alle spalle mi resta il passato
la patria distrutta dagli achei
e dirigo i miei passi al futuro
a costruire di Lavinio le mura.

  N° 2539 - 13 giugno 2013

                                                   Il Custode

mercoledì 26 febbraio 2014

PORTAMI CON TE

Portami ancora con te
ad un tramonto di luce intensa
fatto di cenere e fatto di fiamma
là io vedo bruciare gli aironi
dentro un deserto di lava che sale
la stessa che dai tuoi occhi
scende sotto forma di lacrima
in balìa del tuo pianto a dirotto.

Là io vedo e divento cieco
da sempre impreparato ai colori
dopo cado con un tonfo dolcissimo
sopra i tuoi seni di rosmarino
e ti stringo la mano più forte
come bimbo al primo giorno di scuola
indisponente verso la vita
ogni volta che tu ti allontani.

Portami dove intendo seguirti
ho le briciole, persino i sassi
devo scegliere se nutrire i corvi
od increspare le acque del lago
la tua voce è in un’arbanella
la ascolto come fosse conchiglia
però il frastuono di ogni onda
copre il suono della tua eco.

Devo scegliere come chiamarti
poiché amore mi pare avventato
domanderò ad un gabbiano di scoglio
ad un pigro granchio sul bagnasciuga
eppure la notte è talmente bella
che d’improvviso scordo il tuo viso
sicché lo disegno sopra la luna
col sangue rubato all’Orsa Minore.

Portami sempre con te
dove il crepuscolo è ancora giovane
ed i pipistrelli dentro le grotte
bevono l’ultimo sorso di vino
io ti rammento, e sei meravigliosa
che lego il ricordo alla caviglia
adesso tintinna ad ogni mio passo
come se tu stessi per ritornare.

  N° 2613 - 20 agosto 2013

                                                   Il Custode

NERA

Di ebano e carne
nera
fragranza selvatica
di deserto e savana
tu sei bella
statua di ametista
confusa dentro la notte
di una città grande
che non è la tua Africa
né sarà mai
il tuo mondo perduto
Di ebano e sangue
ed antichi riti tribali
oramai soltanto immagine
ed eco di tamburi
nella tua fantasia
nostalgia di una lacrima
che scivola dai tuoi occhi
mentre annusi il vento
per respirare il profumo
che giunge dalla tua terra
tatuato sulla tua pelle
bellissima…e nera.

  N° 1726 - 17 giugno 2010

                                                  Il Custode

MENZOGNA DELL'ANGELO

Sono qui al tuo fianco
come fai a non vedermi?
Il mio respiro è gelido
lama affilata sulla pelle.

Io ti ho promesso l’amore
però in realtà ti mentivo
le mie ali sembrano candide
la mia anima è di carbone.

Custode dall’apparente dolcezza
plasmato di ira ed accidia
e secoli a perfezionare
il sorriso con il quale irretirti.

Fetido odore di paradiso
si spande dalle mie ascelle
tu immagini la parte migliore
mi confondi quale docile angelo.

La mia voce, rintocco di pendolo
si insinua nella tua testa
io sono qui al tuo fianco
come fai a non sentirmi?

Ho spada di fiamma e cristallo
che credi per tua protezione
ma serve ad aprire il tuo petto
ed arrivare al tuo cuore.

La tua sorpresa mi è soave
il tuo dolore è pura fragranza
io ti ho giurato la vita
però adoro vederti morire.

  N° 2154 - 7 luglio 2012

                                               Il Custode