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mercoledì 2 ottobre 2013

NAVE DEGLI SPETTRI

Oceano di gelide tenebre
immensa distesa di freddo
che avanzava malvagia
e travolgeva ogni cosa
con le sue onde affamate
a trucidare i polmoni
mentre le vene
esplodevano fragorose
come fossero state rubini
scaraventati al suolo.

Ed io lo raccontavo
nella buia notte d’aprile
di averla riconosciuta
nel riflesso delle stelle
quella montagna di ghiaccio
che navigava implacabile
veloce e diritta di prua
verso la nostra nave
pronta alla battaglia
alla semina della morte.

Ma il vecchio capitano
era così presuntuoso
come Achab, il folle
ritto sulla scialuppa
ad arpionare Moby Dick
e pensò ad un muro di nebbia
talmente fragile e sottile
da tagliarsi come le nuvole
per poi passare oltre
fino all’aurora boreale.

E la virata fu tardiva
quando l’iceberg colpì
violento a babordo
mentre i ricchi signori
danzavano nel salone
e le persone povere e misere
riposavano nelle cuccette
a sognare la loro America
con la speranza incosciente
ed il dolore tra le rughe.

Ma i più fortunati
sono periti in fretta
divorati dal fuoco e le fiamme
artigli di un destino pietoso
piuttosto che tra le acque
di paralizzante agonia
manichini sul fondo del mare
cibo per pesci festanti
mentre il demonio attendeva
col sorriso sulle labbra.

Ed io, con altri ancora
ho trovato la mia tomba
tra il lezzo d’olio e di grasso
tra i motori e gli stantuffi
dentro la sala macchine
e l’oceano di gelide tenebre
avanzava malvagio e cinico
a spezzare in due tronconi
questo titanico bastimento
che pareva essere inaffondabile.

  N° 1365 - 29 novembre 2008

                                                            Il Custode


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