E’ vuota la
casa
dell’amore egoista
dove hai speso lacrime
tramutate in catene
per tenermi legato
al tuo profondo dolore.
Dentro questo
dicembre
è fredda la casa
come fosse giunto l’addio
ad ogni anno vissuto
a rammendare ferite
che hanno infettato l’anima.
Nessuna
scheggia di vita
tappezza queste pareti
ed è cupa la casa
priva di qualsiasi colore
solo la tinta fosca
del sorriso smarrito.
Oltre la mia
finestra
soffia un vento insolente
riga i vetri ed il cuore
ed è triste la casa
un mulinello di rabbia
peggio d’una tempesta.
Si spenge la
luna
dentro il cielo sconvolto
mentre la pioggia sferza
marciapiedi e lampioni
ed è distante la casa
dalla strada che tu percorri.
Frattanto
mediti parole
simili a pugnali affilati
e le punti al mio petto
silente e moribondo
stanco di implorarti
intanto è vuota la casa.
N° 2347 - 16 dicembre 2012
Il Custode