come fossi un funambolo
io percorro la notte
e ti avvicino al mio cuore
saranno i cerchi di fumo
che cavalcano il cielo
a mostrare ai miei occhi
quale sarà il tuo destino.
Adesso, fra le
mie mani
sanguini intanto che tremi
come un bimbo che teme
la punizione severa
io ti osservo implorare
mi sento supremo giudice
ti brucerò col mio odio
ti estinguerò di dolore.
Si arrampica
verso la luna
l’ultimo tuo flebile battito
dopo, raccolto dal vento
svanisce in fondo al cosmo
saranno i frammenti di Giove
sparsi per la galassia
a imprimere sulle mie labbra
il ricordo della tua pelle.
Un passo alla
volta
come fossi un sonnambulo
io torno dentro l’oblio
e ti allontano da me
mi segue la eco distante
del rantolio del tuo amore
quello che tu mi hai negato
quello che io ho rifiutato.
N° 2621 - 26 agosto 2013
Il Custode
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