con il cuore gonfio di
speranza
ma si era arreso alla
delusione
non appena arrivato a
destinazione.
Dove un tempo si ergevano rigogliosi
gli alberi carichi di frutta
vedeva solo desolazione
e scheletri di piante
consumate.
Ai piedi di un cespuglio maleodorante
posavano i resti del
serpente tentatore
ucciso dalla sua tracotanza
e dalla stessa mela del
peccato.
Nell’aria livida ed uggiosa
si respirava ancora il
profumo di Eva
cosicché lacrime frammiste
di nostalgia
scesero a rigare le sue
gote.
La poca acqua rimasta nei ruscelli
era oramai stagnante e
putrida
e milioni di insetti,
fastidiosamente
si rincorrevano confusamente
nell’aria.
Osservò quel paesaggio apocalittico
e si allontanò
malinconicamente
quando comprese che, vittima
della sua onnipotenza
egli era rimasto
completamente solo.
N° 962 - 10 settembre 2007
Il Custode
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