ed inquieto timore
davanti ai tuoi occhi
mine lucenti e gitane
nell’abisso della passione
dove adesso precipito
e mentre cerco un appiglio
la tua bellezza mi acceca
ed io mi lascio cadere.
Le tue parole
sono silenti catene
tra le quali mi agito
dopodiché mi dispero
ma è soltanto finzione
poiché non voglio fuggire
io sono alla tua mercé
una falena che gira
dove brilla la tua luce.
Sei tu il
destino
improvviso e ostinato
che colpisce ed affonda
e dinnanzi al tuo viso
dalle stupende sembianze
sono un bambino insolente
un folle senza speranza
che si lascia irretire
dal tuo amore perfetto.
N° 1749 - 15 gennaio 2011
Il Custode
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