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mercoledì 22 gennaio 2014

ORFEO ED EURIDICE

Folle nonché iracondo
dacché la tua vita smarristi
io ti piango ogni istante
Euridice, mio unico amore.

Pe’ sentieri e boscaglie
or tramuta il mio canto
in una funesta litania
che percuote lo cielo intero.

Né più produce l’inchiostro
alcuna soave e leggiadra verba
che il cor mio straziato
si rifiuta ancor di comporre.

E m’incammino all’averno
per impietosir lo demonio
‘sì ch’io possa ricuperare
lo splendente tuo viso.

Ma lo demonio è ingannevole
sicché tu appari perduta
e la speranza mia disillusa
si fonde in odio profondo.

Or la manifesta rabbia
ghermisce l’animo mio
fino ad offender le Menadi
la mia malvagità smisurata.

Sono condannato alla morte
per bocca di fiere affamate
mi straziano coi loro artigli
le loro bocche mi divorano.

Financo nel mio supplizio
ho un barlume di ragione
che quasi privo di senno
sorrido della mia dipartita.

Codesto lancinante dolore
provocato da morsi e da zanne
presto avrà a scemare
siccome farà il mio respiro.

Sarai preda delle mie braccia
bella come tu sempre fosti
l’unico legame con l’esistenza
Euridice, mio unico amore.

  N° 2214 - 27 agosto 2012

                                                  Il Custode

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