come un falco la preda
per posare gli artigli
sopra i seni e il tuo viso.
Per condurti
al mio nido
oltre i monti distanti
sul dorso, fra le mie ali
questo pensò il demone.
Nella notte ti
imploro
come una lepre ti sfuggo
ma non è che finzione
poiché desidero averti.
Le tue mani mi
trovano
inciampano sulla mia pelle
sicché io bramo il tuo inferno
questo disse la strega.
E si alzarono
in volo
dalle grotte remote
nuclei di pipistrelli
ad oscurare la luna.
E scesero giù
dalle tele
tra rami e fronde di platani
le vedove nere eccitate
a godere del loro amplesso.
Le civette
arrossirono
coprendo gli occhi ai fanciulli
l’amore da sempre aspettato
divenne vulcano che erutta.
Le monache
dentro i conventi
persero tonache e riserbo
i gemiti della masturbazione
raggiunsero il loro dio.
Nella notte ti
amo
è un sentimento profondo
da tappezzare di fiamma
ogni sentiero dell’anima.
Questo affermò
il demone
stringendo la strega al suo petto
i gatti ai piedi del talamo
annuivano facendo le fusa.
Nella notte e
per sempre
finché la notte avrà vita
avrai i baci e il mio corpo
questo giurò la strega.
L’aurora da
dietro l’uscio
commossa da quelle parole
fece un inchino e un sorriso
e migrò verso terre lontane.
N° 2071 - 1 maggio 2012
Il Custode
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