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sabato 25 gennaio 2014

CERCANDO ITACA

Prima o dopo ti ritroverò, Penelope
perché questo immenso mare
dovrà pure avere una fine
e tu non dovrai più fingere
di lavorare alla tua tela
per non cedere alla rassegnazione
e maritarti al Re dei proci.

E ti narrerò del mio navigare
alla ricerca della nostra Itaca
dopo aver creato cenere e rovine
delle mura superbe di Troia
ed averne decimato le genti
per compiacere l’ambizioso Menelao
che mi costrinse con il ricatto.

Ti svelerò l’orrore nello sguardo
dei miei uomini divenuti cibo
per il famelico ciclope Polifemo
che solo l’astuzia della disperazione
mi consentì di ingannare
e con il palo trafissi il suo occhio
Dopo averlo inebriato con il vino.

Saprai della crudele maga Circe
che rosa dall’invidia e la gelosia
tramutò l’intero mio equipaggio
in bestie dall’umano intelletto
e solamente con paziente diplomazia
io la convinsi al ripensamento
per riprendere, infine, il mio viaggio.

E la voce melodiosa delle sirene
che torturava l’animo mio
allorché mi feci legare con forza
all’albero della mia nave
poiché non avrei mai potuto
avere ragione della tentazione
di cedere alle loro lusinghe.

E ti conterò dello stretto di mare
nel quale attendevano come fiere
Scilla con le sue fauci spaventose
oppure i vortici affamati di Cariddi
che tutti gli uomini al mio seguito
trascinarono nella profondità dell’ade
Lasciandomi solo in balìa del fato.

Ma non ti dirò di Calipso, la bella
che m’accolse sulla sua isola
e folle del suo amore per me
mi imprigionò per sette lunghi anni
finché Zeus ordinò di liberarmi
ed ella mi procurò la zattera della fuga
e si lasciò morire alla mia partenza.

Prima o dopo ti ritroverò, Penelope
perché questo immenso mare
un giorno mi ricondurrà ad Itaca
dove ti riavrò tra le mie braccia
per dimostrarti tutta la passione
che ha sorretto la mia speranza
nel mio ritorno alla tua bellezza.

  N° 1058 - 23 aprile 2008

                                                   Il Custode

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