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martedì 21 gennaio 2014

LA GABBIA

Adesso sei parte di me
tu, preda nella mia gabbia
alla mercé del mio odio
quello che hai generato.

Sei stata un immenso amore
di quelli da togliere il fiato
ma la rabbia del tuo abbandono
mi ha trasformato in carnefice.

Io mi nutro e mi appago di te
di questa tua schiavitù
tu vivi nell’ansia e il terrore
di vedermi ovunque tu sia.

Eppure io ti amo ancora
quasi da sembrare un folle
il mio è un sentimento confuso
desiderio d’averti o distruggerti.

Ma quel senso di agorafobia
ti consumerà lentamente
poiché temi che sotto il cielo
io ti attenda per vendicarmi.

Ed è certo che non sei al sicuro
neppure tra le mura di casa
io conosco come raggiungerti
non esiste per te via di scampo.

Al tuono del tuo telefono
tu sobbalzi e cadi nell’incubo
la paura di sentire la mia voce
che graffia e ti artiglia l’anima.

Uno spettro dentro il tuo sguardo
al quale non potrai sfuggire
io per trovarti e annientarti
seguirò le grida del tuo cuore.

  N° 2238 - 19 settembre 2012

                                                           Il Custode

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