benché la vista sia flebile
però mi guida l’istinto
ed il passato trascorso.
Le mie ali
resistono
alla pioggia, alla tempesta
affrontano ogni supplizio
pur di giungere a te.
Un sentiero di
stelle…
la luna è talmente gentile!
Lei crede all’amore eterno
con l’incoscienza dei folli.
Io annuso le
tenebre
oltre le alte montagne
le acque del grande lago
scintillano cerchi di luce.
Le mie ali
rese pesanti
da questo cielo che lacrima
pretendono sosta e ristoro
che io non posso concedere.
Io so che se
mai mi fermassi
tu svaniresti distante
al di là dei miei pensieri
laddove non posso arrivare.
Il ghigno
dell’aurora arrogante
si estende sulla vallata
e contrastarne il bagliore
è per me un’impresa ardua.
Sicché io mi
inoltro nell’antro
dentro le fauci degli inferi
nell’attesa di un nuovo crepuscolo
nel quale riprendere il volo.
Ma
all’improvviso ti scorgo
Regina di dannati e di demoni
dunque mi hai voltato le spalle
ed hai preferito l’oblio.
La mia ira
diventa maestosa
quanto fu la mia stupidità
è un fiume di rabbia violenta
che travolge le grotte e gli anfratti.
Adesso, in
balìa del dolore
io fuggo dal tuo viso stupendo
ciò che tu sei non mi garba
e volo via incontro all’uscita.
Le mie ali si
sfaldano
ai raggi di un sole malvagio
io precipito e muoio nel lago
…e sono morto per nulla!
N° 2628 - 1 settembre 2013
Il Custode
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