Adesso vivrò la mia esistenza
per cibarmi della tua
bellezza
e dimenticare tutto l’orrore
osservato dai miei occhi
tra le sabbie della terra
santa.
Svestirò la croce dal mio petto
e ti manterrò nelle mie vene
come se tu fossi il mio
sangue
come sarai tutta la mia vita
la parte più giusta di me.
Ti domando soltanto perdono
per tutti i morti innocenti
aggrappati alla mia spada
mentre stringevo forte
l’elsa
e seminavo anime per gli
inferi.
Adesso desidero tenerti accanto
affinché tu abbia cura dei
miei incubi
per sentirti curare le mie
ferite
con la dolcezza salata
delle tue lacrime ed i tuoi
baci.
E probabilmente l’unica via
è abiurare la dottrina di
Dio
perché nessuno possa mai più
avere un pretesto per
uccidere
e perdonare la propria
coscienza.
N° 1002 - 12 marzo 2008
Il Custode
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