che tu hai piegato a barchetta
ed hai posato, una notte
sopra le onde del mare
dopo hai soffiato il tuo vento
di temporale e tempesta
di tuoni, poi fulmini di ira
con i quali lasciarmi affondare.
Cercami in una
foglia di platano
nel viale verso il castello
e tu fosti come l’autunno
giunto per farmi cadere
io sono invecchiato sul suolo
fatto di passi e sterpaglie
le fiamme dentro i tuoi occhi
mi hanno ridotto in cenere.
Cercami in una
goccia di lacrima
giusto nel suo nucleo lucente
quello che simile alla brina
pare essere un caleidoscopio
e scintilla una luce avvolgente
che è vapore ed è arcobaleno
dopo si infrange sopra un tombino
dentro un rivolo diretto alle fogne.
Cercami in un
cuore trafitto
da una freccia caricata a salve
con il sangue che scende veloce
ed ha il sapore di un melograno
eppure ha il colore di ruggine
di un amore diventato stantio
adesso che il desiderio di vivere
è polvere spazzata via con un panno.
N° 2373 - 11 gennaio 2013
Il Custode
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