che si alza impetuoso
e si piega il bambù
penitente ma fiero
dentro la casa
tra le pareti di riso
oltre laghi e risaie
la notte stende il suo velo.
Lei rammenta
i ricordi smarriti
chiusi dentro la luce
d’un bellissimo sguardo
nei suoi occhi
fatti di mandorla e pece
si alza un’onda violenta
marea di puro rimpianto.
Pesco e loto
navigano sulle acque
battaglia d’intensi profumi
che si spande nell’aria
sotto il salice
che imponente si specchia
come un padre severo
che protegge i suoi figli.
Lei si graffia
il dolore è struggente
scende veloce il sangue
sulla sua pelle di luna
però non serve
benché lei si punisca
non può più tacitare
il tuono dentro il suo cuore.
Vento forte
che si alza insolente
e carezza e scompiglia
i suoi capelli di seta
ancora tenebre
da viaggiare da sola
a leggere antiche parole
scritte d’inchiostro di anima.
Lei e il suo
amore
adesso scheggia remota
non è rimasto che un sogno
nello scrigno di Selma
d’orgoglio e rabbia
ma non è valsa la pena
di bruciare il destino
andare incontro all’oblio
lei si graffia
ma benché si punisca
ancora non ha imparato
che bastava chiedere scusa.
N° 2159 - 11 luglio 2012
Il Custode
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