Io sono
rimasto attratto
dalla profondità intensa
dei tuoi fantastici occhi
del sibilo che hai detto
come fosse stato un lamento
che attraversava la notte.
Ma tu sei stata
audace
maestra nell’irretirmi
un aspide che muta pelle
in base alle stagioni
alle prede che incontra
il nutrimento a cui ambisce.
Ed hai teso il
tranello
nel quale io sono caduto
hai indossato con garbo
il tuo vestito migliore
quella appariscente bellezza
che non potevo non vedere.
Adesso tra le
tue fauci
col tuo veleno che scorre
sento il dolore salire
la vita un po’ più distante
l’amore è già sprofondato
nel baratro della menzogna.
Io, creatura
crepuscolare
ho letto male i tuoi sogni
e quando ti ho avvicinata
ho commesso un grave errore
che pago con la mia vita
intanto che muoio per te.
N° 2027 - 24 marzo 2012
Il Custode
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