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mercoledì 22 gennaio 2014

PLATONE

Io parlerò del tuo amore
quale frutto proibito
che inebria i miei sensi
con il suo afrodisiaco profumo
seppure io non sia in grado
di gustarne l’intenso sapore.

Tra le colline ateniesi
io siedo qui, al Partenone
sicché quel mare lontano
è una distesa bellissima
dove scintillano al sole
lucciole di onda e poesia.

Eppure quella bellezza
come potrebbe competere
con la sublime perfezione
di cui è modellato il tuo viso?
Allora esplode il rammarico
d’averti soltanto nei sogni.

Ma io convinco gli artisti
a disegnarti sui muri
induco poeti e cantori
di trovare degne parole
per raccontarti, descriverti
affinché non ti possa scordare.

Statua che adorna i giardini
così è come io ti posseggo
e nella notte, in silenzio
sfioro le tue labbra e i tuoi seni
oramai conoscendo il mio fato
di non vederti accadere davvero.

  N° 1931 - 21 gennaio 2012

                                                     Il Custode

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