quale frutto proibito
che inebria i miei sensi
con il suo afrodisiaco profumo
seppure io non sia in grado
di gustarne l’intenso sapore.
Tra le colline
ateniesi
io siedo qui, al Partenone
sicché quel mare lontano
è una distesa bellissima
dove scintillano al sole
lucciole di onda e poesia.
Eppure quella
bellezza
come potrebbe competere
con la sublime perfezione
di cui è modellato il tuo viso?
Allora esplode il rammarico
d’averti soltanto nei sogni.
Ma io convinco
gli artisti
a disegnarti sui muri
induco poeti e cantori
di trovare degne parole
per raccontarti, descriverti
affinché non ti possa scordare.
Statua che
adorna i giardini
così è come io ti posseggo
e nella notte, in silenzio
sfioro le tue labbra e i tuoi seni
oramai conoscendo il mio fato
di non vederti accadere davvero.
N° 1931 - 21 gennaio 2012
Il Custode
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