dalla mia verde contea
nauseato ed esausto
della vita di corte.
Basta facili
dame
nonché feste sfarzose
adesso, in fuga dal regno
dove ha inizio la valle.
Salgo sul mio
destriero
e svanisco oltre i monti
nessun amore alle spalle
né alcun saluto da dire.
Addio al
sorriso artefatto
di Ginevra la meretrice
ed alla bellezza inaudita
della misteriosa Morgana.
In fuga dal
regno
da queste possenti mura
poiché ristagna al castello
l’odore stantio di morte.
Io ripongo la
spada
rinnego frecce e faretra
nessun drago da uccidere
né streghe da ardere vive.
Lontano dagli
incantesimi
del perfido mago Merlino
e dall’animo insanguinato
di Lancillotto il presuntuoso.
Ma non mi volto
a rimpiangere
la mia contea che scompare
adesso, in fuga dal regno
e dall’intero mio destino.
N° 2092 - 21 maggio 2012
Il Custode
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