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lunedì 13 gennaio 2014

BOIA CHI MOLLA!

Hai intrapreso la marcia su Roma
orgoglioso ed impettito
alla testa del tuo esercito
per dare la vita al tuo sogno
coltivato di enormi pensieri
seminato nella maniera sbagliata.

Hai voluto cambiare la storia
ambizioso e megalomane
per rendere grande l’Italia
e dalla Somalia all’Abissinia
hai conquistato la tua faccetta nera
espugnandola con il gas ed il dolore.

Ma io mi sono fidato di te
quando dal balcone, nella piazza
arringavi le folle esaltate
fanatiche del bisogno della speranza
e con un ridicolo atteggiamento teatrale
promettevi loro ricchezza e libertà.

Hai negato il diritto dell’esistenza
a chiunque si professava ebreo
ed hai pensato i patti lateranensi
per contrastare il dominio della chiesa
ma ne sei diventato succube
proclamandola religione di stato.

E forse le cose andavano bene
fino a quando non ti sei piegato
alla follia di Hitler, l’austriaco
che tu vedevi come il nuovo Messia
convinto che la facilità delle sue vittorie
ti avrebbe condotto all’Olimpo.

Fu quindi inevitabile, la guerra
quando al grido di: <<Boia chi molla!>>
hai sacrificato migliaia di giovani
tra le sabbie roventi della Libia
e le gelide nevi della Russia
portando la nazione sull’orlo del baratro.

E con gli angloamericani alle spalle
ed il fascismo sul viale del tramonto
hai iniziato la tua fuga affannata
braccato da partigiani codardi
che colpivano e sparivano come fantasmi
pronti a saltare sul carro del vincitore.

Ora il tuo corpo è là che pende, Benito
così vicino persino nella morte
all’amore della tua bella Claretta
a testa in giù, come un panno steso
con il respiro che vaga tra i portici
a cercare il tuo sogno in Piazzale Loreto.

  N° 1080 - 9 maggio 2008

                                                   Il Custode

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