tratteggiate di matita
mi basta un solo gesto
e tu svanisci dal foglio
che torna presto lindo
pronto per nuovi disegni.
Eppure nella
mia mente
io ricordo ogni forma
del tuo splendido profilo
ed allora con il fuoco
io distruggo quella carta
che diventa presto cenere.
Come fosse una
magia
vedo la cenere volare
fino al palmo della mano
dove lenta va a posarsi
ed ancora prende a formarsi
l’immagine del tuo viso.
Onde del mio
rubinetto
per spazzarti dal mio cuore
ma spruzzi simili a schegge
crollano sul mio pavimento
ora pozze d’acqua limpida
dal colore dei tuoi occhi.
Quale è mai il
sortilegio
che mi lega al tuo profilo?
Io adesso chiudo gli occhi
mi dissocio dal pensiero
ma sento ancora un suono
mi rammenta la tua voce.
Non sei che
poche linee
tratteggiate col mio sangue
combatterle non serve
a scacciarti via dall’anima
io fingo che non m’importa
mentre invece sto morendo.
N° 2257 - 3 ottobre 2012
Il Custode
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