Come pioggia
sui vetri
sembrano queste tue lacrime
fanno brillare i tuoi occhi
dalla bellezza inaudita
ed io comprendo il tuo pianto
ma non lo posso quietare.
Io davvero
vorrei
eppure ho disimparato
il tuo bisogno d’amore
che impatta contro l’autunno
e simile ad una foglia morente
si perde nel cielo distante.
Fingi non
abbia importanza
ma non sei brava a mentire
e quando cala il crepuscolo
si porta dietro il silenzio
quello che ancora ti dico
quello che non vorresti subire.
Guardo le
stelle, di notte
forse è laggiù che è migrato
quel desiderio usurato
sotto l’incuria del tempo
ma adesso raccogliere indizi
è qualcosa che non mi compete.
Trascorrerà
questa vita
basta lasciarla passare
nel vento e nella solitudine
forse troverai nuove ragioni
purché tu non ti fossilizzi
dentro un rapporto defunto.
N° 2647 - 22 settembre 2013
Il Custode
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