io ascolto il tuo nome
come se fosse il lamento
di un cigno all’ultimo canto
mentre si popola il lago
delle sue piume appassite
le acque diventano melma
che travolge le sponde.
Non so come
sfuggirti
seppure io lo abbia tentato
allora mi fingo folle
comunque tu non mi temi
sicché io viaggio il cosmo
oltre le volte di Andromeda
però ti sento arrivare
come travolgente meteora.
E volano via
le cavallette
oscurano il cielo e le terre
un muro di ronzanti tenebre
che tu sai come travolgere
ovunque io tenti la fuga
tu riesci ancora a trovarmi
quasi tu fossi quell’ombra
che Pan inseguiva e piangeva.
Seduto in un
atollo sperduto
annuso la Rosa dei Venti
tu giungi in sella alla balena
che inghiottì il burattino di legno
io non posso che rassegnarmi
alla tua bellezza di luna
l’unica via di salvezza da te
sarà ucciderti o forse morire.
N° 2434 - 9 marzo 2013
Il Custode
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