dentro le lacrime sconce
e la luna, perfino la notte
appaiono talmente distanti
tendo la mano a me stesso
ma a me stesso non basta
l’anima sembra un vulcano
incenerito dalla propria lava.
Vorrei…quante
volte l’ho detto
da pensare di avere avuto!
Eppure, queste mie tasche
sono vuote come la mia vita
ho speso briciole e sogni
sul sentiero del tuo ritorno
le prime, cibo per scriccioli
ed i secondi soltanto follia.
Crollano come
fecero le case
annichilite dal terremoto
le mie residue speranze
di cadere dentro i tuoi occhi
ho cercato, nella tempesta
di stare aggrappato al tuo nome
ma venne una luce accecante
a dissolvere il tuo profilo.
Lontano, oltre
la mia contea
sbiadisce la via del castello
io rimango fermo a mezz’aria
fra le tenebre ed il mio passato
io rimango intanto muoio di te
forse è la sola maniera
per rammentare al tuo cuore
che non ho mai smesso di amarti.
N° 2351 - 20 dicembre 2012
Il Custode
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