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giovedì 2 gennaio 2014

RIMPIANTO DI EDIPO

Io ti chiedo perdono, Giocasta
madre amorevole ed ignara
che mi perdesti che ero fanciullo
abbandonato con i piedi feriti
dal mio stesso padre, Re Laio
convinto dalle profezie dell’oracolo.

Fu così che io crebbi a Corinto
lontano da Tebe ed il tuo viso
immemore d’avere il tuo stesso sangue
persino quando uccisi mio padre
che io non sapevo essere tale
avverando le paure che lo tormentavano.

E fu quando sconfissi la Sfinge
che divorava la gente del regno
incapace di svelare i suoi enigmi
che il popolo mi decretò Re di Tebe
e tu diventasti la mia sposa
per un astratto gioco degli Dei.

Così per anni siamo stati felici
amanti appassionati ed indivisibili
ma quando l’indovino ha parlato
rivelandoci le nostre identità
hai voluto porre fine alla tua vita
e dal dolore io mi trafissi gli occhi.

Adesso anche i miei miseri giorni
si stanno avvicinando al crepuscolo
e continuo a rimpiangerti, Giocasta
che mi generasti con gioia ed amore
e fosti madre amorevole ed ignara
e moristi come dolce mia sposa.

  N° 1236 - 14 settembre 2008

                                                           Il Custode

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