Scivola con
garbo la brezza
sopra l’immensa pianura
e va a sfiorare la cute
delle dorate spighe di grano
mentre l’aurora sbadiglia
dopo si fa bella per il sole.
Adesso
ritornano i grilli
a corteggiare le cicale
e le farfalle tra i fiori
sorridono agli ultimi istanti
ed il clima è talmente mite
che viverlo appare poetico.
Quanto è
diverso il ritratto
che il paesaggio regala
da quel distante febbraio
dipinto di gelo e di neve
quando la mia anima ascoltava
null’altro che il tuo calore.
Stretto dentro
i miei pensieri
io soppeso ogni ricordo
mentre danza la polvere
che si solleva dai campi
e si insinua nei miei occhi
offrendo un pretesto alle lacrime.
Le rane
popolano i fossati
le libellule ne hanno timore
ed il gracidare risuona
laddove ha inizio la macchia
fino alle sponde fangose
bagnate dalle acque del lago.
Quanto è
diverso il tumulto
che mantiene sveglio il mio cuore
da quel lontano febbraio
inebriato dal tuo profumo
quando la mia anima contemplava
null’altro che la tua bellezza.
N° 2218 - 31 agosto 2012
Il Custode
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