quelli inchiodati all’anima
che gridavano con insolenza
e bruciavano sulle mie labbra.
Ma le parole
che estirpasti
divennero dardi infuocati
l’arco mirava al tuo cuore
però la mano tremava insicura.
Rammendata
nella mia tasca
una fotografia che tu abiuravi
ed io non seppi mai spiegare
le ragioni del mio folle amore.
Provai a
raccontarlo alla notte
disegnandolo sopra la luna
il tuo odio mi aveva reso muto
io non sapevo come descriverti.
Impolverato
dentro il mio zaino
un libro rivelava il tuo viso
tra tenebre, poesie e petali di rosa
si respirava ancora il tuo sguardo.
Ma una
voragine ci divideva
io la colmavo di stelle cadenti
e quando tentai di raggiungerti
io precipitai in fondo all’oblio.
N° 2181 - 31 luglio 2012
Il Custode
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