Questo tuo
cuore
malandrino e vagabondo
posato qua, sul mio piatto
tra spezie, sughi e verdure
io lo assaporo, lo degusto
e lo trovo davvero eccellente.
Adesso hai
pagato dazio
tu, amante patetico e falso
che trovasti molto appagante
umiliarmi e tradirmi
e prenderti gioco di me
del mio utopistico amore.
Il tuo sangue
è nettare
che riempie il mio calice
come fu per il vino rosso
nel quale io sciolsi il veleno
che tu, tra spasmi e dolore
bevesti fino a morirne.
Sicché diventi
il mio pasto
la cena mia succulenta
quale migliore vendetta
nutrirmi delle tue carni?
Infine i tuoi ignobili resti
giacciono in mezzo ai rifiuti.
I gatti
randagi ringraziano
lo stesso è per il mio palato
li scorgo da dietro i vetri
ravattare dentro i cassonetti
in questa magica notte
l’ultima che tu hai vissuto.
Adesso tu
fissi il soffitto
con quei tuoi occhi spenti
ho tenuto per me la tua testa
quale feticcio e trofeo
per non dimenticare mai
il male che tu mi hai fatto.
N° 2644 - 19 settembre 2013
Il Custode
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