Ho sempre il
tuo viso
dentro lo sguardo
in fondo al cuore
e mi sento morente
poiché è solo illusione
un’immagine in bilico
tra il sonno e la veglia
il desiderio e la ragione.
Hai lasciato
un rimpianto
profondo quanto un dirupo
ed io accendo la torcia
per vedere la tua ombra
ma s’alza il vento dell’ira
soffia sopra la fiamma
io rimango nel buio
ad annusare la cenere.
Cecità e
solitudine
ecco perché io fui folle
adesso siedo sopra i prati
ad intrecciare fili d’erba
che sono il mio calendario
per contare ogni giorno
dal giorno in cui mi manchi
e i giorni sono oramai secoli.
Però questa
mia anima
si nutre delle parole buone
quelle che avevi giurato
le coltiva con molta cura
con i ricordi imbalsamati
affinché resistano al tempo
perché io ne vado fiero
di averti amata davvero.
N° 2204 - 18 agosto 2012
Il Custode
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