si aggira per le stanze
ed alla luce tenue
del candelabro di ottone
osserva le ombre inquietanti
che si disegnano
sulle pareti di pietra.
Sfiora le armature
e contempla gli splendidi
arazzi
si smarrisce con lo sguardo
sulle alte volte delle
finestre decorate
poi si intristisce
quando incrocia gli specchi
che non riflettono la sua
immagine.
Allora si reca al piano superiore
dopo aver salito
l’enorme scalinata di marmo
e percorre gli stretti
corridoi
protetti dalle balaustre
in prezioso alabastro
tinte di un rosa pallido.
Ed è così che Gotica
attraversa la porta a vetri
che conduce sulla balconata
e nell’oscurità della notte
i suoi occhi si fissano
sulle luci della città
che brillano in lontananza.
E piange, Gotica
quando, disperata, comprende
che il suo tempo è finito
e sono passati molti secoli
ma lei non riesce a fuggire
e resta ad abitare il
castello
nella speranza di trovare la
pace.
N° 982 - 14 gennaio 2008
Il Custode
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