Ti ho
incontrata e voluta
alle pendici di un dolore
e per te ho sorriso
forse solo un breve istante
eppure io ti ho sorriso.
Tu, occhi dei
miei occhi
per sbirciare dentro l’anima
quello sguardo che inventasti
pare quasi a completarmi
e raccogliere i frammenti
delle mille vite già vissute
trascorse in cerca di un sogno
sfiorato e dopo perduto.
Figlia giunta
ai miei passi
in una fredda sera d’autunno
per te venne docile il vento
gelido dal nord Europa
scesero stelle e brillò la luna
a salutare il tuo pianto
il tuo primo vagito accennato.
Tu fosti la
salvezza
dal desiderio impellente
di abdicare e fuggire
dove si attenua il ricordo
fosti il bisogno di stringerti
sulle mie labbra e sul cuore.
Io adesso ti penso
ed ancora trovo un sorriso
e mi domando, o figlia
quale altra donna
quale altro amore
potrei amare di più
di quanto io amo te.
N° 2575 - 16 luglio 2013
Il Custode
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