davanti al mio sguardo
che confondo il tuo viso
con la notte che sorge
che si sporge e precipita
giusto in fondo ai tuoi occhi.
E durante i
miei viaggi
a ritroso nei secoli
ho sempre un vago ricordo
che mi reca al tuo nome
a volte è frammento di tuono
altre è una stilla di vento
io lo porto alle mie labbra
ma comunque è ancora amore.
Nelle immense
vallate
fatta di erba e di terra
tu appari l’unico fiore
conteso da ogni farfalla
la sola spiga di grano
a rifocillare corvi e formiche.
Adesso io
giungo al bivio
di tutte le mie vite vissute
e lancio nel cielo terso
l’ultima moneta rimasta
poiché sono anziano e appagato
dai passi nelle mie scarpe
e guardandoti devo decidere
se fermarti oppure morire.
N° 2538 - 12 giugno 2013
Il Custode
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