ho odiato ed ucciso
per il suo amore
tra la neve e le villette
là dove il Piemonte
comincia a finire
in una sera di febbraio
che le stelle fuggivano
alla vista del sangue.
Fu prima sua
madre
che le tese la mano
quell’estremo perdono
donato alla sua creatura
sgorgavano lacrime di rubino
sopra pareti e lenzuola
e dalle finestre serrate
il vento pareva ululare
un lamento di rispetto e dolore.
Frattanto, il
bambino
chiedeva ancora pietà
mentre testardo cercava
di afferrare la vita
ma Erika non piangeva
e le parole della sua voce
erano scintille di adrenalina
dirette verso il mio cuore
per incitarmi a colpire.
Per amore
ho odiato ed ucciso
per il suo amore
sotto il manto della notte
che poi, il silenzio
scese come il veleno
ad infettare la mia anima
intenta a percorrere l’oblio
verso la perduta redenzione.
N° 1872 - 6 ottobre 2011
Il Custode
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