Ti amo da
quando nascesti
dacché la luce invadente
abdicò il suo regno accecante
a favore ed in virtù della notte
sicché i miei miseri occhi
affamati di pace e di oblio
diventarono gemme sperdute
dentro il tuo grembo infinito.
Nella
fragranza ovattata
che le stelle recano in seno
tu scivoli verso il crepuscolo
io ti seguo come un bambino
e raggiungo sogni distanti
e mondi sfiorati col naso.
Adesso ti
tendo la mano
umida della tua ombra
ed allora una scheggia di luna
si insinua fra le mie unghie
io osservo e vedo il tuo sorriso
attraversarmi le labbra
io ascolto e sento il tuo vento
come oscura e stupenda carezza.
N° 2521 - 26 maggio 2013
Il Custode
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